mercoledì 10 novembre 2010

Pensierino della sera...

"'Ti racconterò una storia, Tomàs. Il protagonista è un ragazzo che sognava di diventare chitarrista.
L'avventura incomincia la mattina del suo quattordicesimo compleanno, quando gli regalarono una chitarra.
Era veramente bella. Ma piena di corde. Il ragazzo le sfiorò con le sue dita timide e ne fu respinto. Allora le toccò con più vigore: la chitarra emise un gorgoglio ottuso che non aveva niente da spartire con il mondo di suoni che lui sentiva dentro.
Andò a scuola di musica. Aveva imparato da qualche parte che quando un sogno ti resta incollato addosso per molto tempo significa che non è più un'illusione, ma un segnale che ti sta indicando la tua missione nella vita. Cucinare spaghetti. Fare calcoli. Riparare orologi. Ciascuno ha la sua e l'errore consiste nel credere che una sia più importante dell'altra, solo perché non tutte procurano fama e denaro.'
'Ci sarà pure una differenza fra chi ripara orologi e chi viene chiamato a riparare il mondo.' - si domandò Tomàs.
'Nel giudizio degli uomini. Non in quello dell'universo, se entrambi infondono nella propria opera il senso di un'esistenza. Il ragazzo era sicuro che la sua missione consistesse nel tirare fuori dalla pancia quei suoni.'
'Come si comportò a lezione?'
'Non apprese nulla, purtroppo. Allora ci ritornò. E fu ancora peggio. Disse mi arrendo, il mio sogno era falso, non ho alcun talento per la musica. Nascose la chitarra in un baule e accese la radio per impedirsi di pensare. Venne invaso da un suono semplice e nuovo che riecheggiò nella sua anima. Così aprì il baule, abbracciò la chitarra e provò il primo accordo. In quel momento capì che per sapere se un sogno è giusto bisogna prima rinnegarlo, affinché la vita te lo restituisca per sempre con una rivelazione improvvisa.'
'E una volta compreso il suo talento, in quale modo lo sprecò?' - disse Tomàs.
'Chi trova il proprio talento non lo spreca mai. Quel ragazzo si chiamava John Lennon'".
L'ultima riga delle favole, Massimo Gramellini (Longanesi)
P.S.: la vita è difficile, ma non impossibile. Non smettete mai di credere nei vostri sogni!

lunedì 8 novembre 2010

Traumi infantili

Quando la piccola Allegra, ancora a voi sconosciuta, imparò il magico mondo delle parole, se ne dimenticò una essenziale, che spesso è l'unica àncora di salvezza per mantenere la propria salute mentale.
Questa parola è il NO.
Imparate a dire di no a volte. Non fate come la sottoscritta.
Ed abbiate pazienza, c'è un disordine tale nelle mie giornate che chiuderei volentieri gli occhi per non vederlo.
Torno presto, voi fate i bravi.