venerdì 2 luglio 2010

Una poesia anche per te...


"Devi essere colui che cercavo.

Sicuramente ho vissuto con te in qualche luogo una vita di gioia.

Tutto ritorna, fluido, affettuoso, maturo, mentre passiamo veloci uno vicino all'altro.

Sei cresciuto con me, ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo non è più solo tuo nè ha lasciato il mio corpo solo mio.

Mi dai il piacere dei tuoi occhi, del tuo viso, passando, in cambio, prendi le mie mani.

Non devo parlarti, devo pensare a te quando siedo in disparte o mi sveglio di notte, tutta sola.

Devo aspettare, perchè t'incontrerò di nuovo, non ho dubbi.

Devo vedere come non perderti più."


Walt Whitman

martedì 29 giugno 2010

Allegra consiglia...

Un'adolescenza irrequieta e crudele in Via Stalingrado, a Piombino.

L'amicizia di due ragazzine, Anna e Francesca...e l'amore, che incombe con prepotenza nelle loro vite e in tutto quello che le circonda.

Anche nell'acciaio, testimone privilegiato dell'intera vicenda.

Quanto è difficile crescere se tra le mura di casa vedi e percepisci solo botte e dolore?

E se proprio chi ti dovrebbe guidare alla vita, non riesce nemmeno a tornare a casa alla sera e guardarti negli occhi, cos'è che ti spinge a guardare avanti?

Per fortuna c'è lei...anche se qualcosa, un giorno, sembra incrinarsi per sempre e distruggere quell'amicizia tanto superba quanto delicata.

Ma i sentimenti autentici non muoiono mai. E come l'acciaio, anche se fanno male quando ti cadono addosso, sono forti e indistruttibili.

Ma c'è di più. Questo è anche e soprattutto un romanzo sociale che ti fa sentire addosso il sudore del lavoro duro e massacrante, e che ti fa respirare un tempo che non è per niente passato.

Perchè gli operai esistono ancora.

Giovedì primo luglio verrà assegnato il premio Strega, il più ambito premio letterario italiano.

Tra i cinque finalisti, c'è proprio Acciaio, il romanzo d'esordio di una bravissima Silvia Avallone, già vincitore del Premio Campiello Opera Prima.

Facciamo il tifo per questo romanzo. E leggiamolo.

p.s.: nel video, in un solo minuto, il booktrailer.

lunedì 28 giugno 2010

Specchio, specchio delle mie brame...


Ci sono giorni in cui muori dentro dalla voglia di dire qualcosa a qualcuno; altri, invece, in cui cerchi quella sana solitudine dove poter riposare i pensieri inquieti.



E ti accorgi che tutto dipende dal modo in cui dai significato a te stesso e alle cose che vivi, proprio in quel momento.



Come quando una mattina ti guardi allo specchio e ti trovi talmente brutto da non voler uscire di casa e altri giorni, invece, in cui senti di avere quel qualcosa in più per intraprendere la giornata.

E' lo stesso perverso gioco.

Sei sempre tu allo specchio. Quello della tua casa come quello della tua vita.

Solo che a volte è così difficile uscire allo scoperto che ogni scusa è buona per rimanere immobili a rimuginare e a vivisezionare ogni imperfezione della propria esistenza.

E se non si è così come si vorrebbe essere, se non si fa quello che si vorrebbe fare, se non si ha quello che si vorrebbe avere, tutto si concentra su quell'assenza, su quella mancanza, su quel vuoto.


Come un brufolo sulla pelle bianchissima che ieri sera non c'era e stamattina sembra imbruttirti tutto il viso.

E fai una smorfia, diventando ancora più brutto.

Ognuno di noi porta almeno una smorfia sulla propria vita, simbolo di un'insoddisfazione che forse è inevitabile raggiungere e superare per riappropriarci di noi stessi e affrontare nuove prove, proprio quando credevamo di aver appena superato la più importante.

Devi uscire da quella porta, anche se lo specchio ti rimanda un'immagine di te che non ti piace, perchè tu sai che non sei così.

Ma c'è bisogno che tu ti metta in gioco. Di nuovo. Perchè non è mai finita.

Perchè quel brufolo c'è ma non ti ha coperto tutto il viso e perchè puoi sempre farlo morire per poi guarire.

Basta dargli il tempo che serve, senza barare.

Qual è il confine tra una speranza e un'illusione?

La vita stessa ci dona una risposta.

Se copro quel brufolo con tutte le creme che posso usare, lo nascondo alla perfezione.

Io so che c'è, ma gli altri non lo vedono.

Spesso è necessario farlo per proteggersi da se stessi e dagli altri, per darci una possibilità quando le circostanze della vita non lo permettono, per far parte del mondo anche quando ci sentiamo tagliati fuori.

"Nessuno è felice senza un'illusione", perchè a volte abbiamo proprio bisogno di queste per uscire fuori, anche quando non ce ne accorgiamo.

E soprattutto, quando siamo più deboli.

Ma se invece aspetto che quel piccolo puntino da rosa si trasformi in bianco e poi piano piano muoia, riesco ad avere la speranza di togliermi la smorfia sul viso perchè quel brufolo non c'è più per davvero.

Ma devo aspettare che muoia. E in quell'attesa, essere capace di uscire allo scoperto anche con quel punto sul viso.

Aspettando di guarire.

"Si muore un pò per poter vivere".

E' per questo che abbiamo bisogno della speranza.

Il confine tra un'illusione e una speranza sta nell'avere il coraggio di accettarsi e di accettare ciò che ci è concesso di vivere, aspettando di guarire.

Da un momento di vita che dobbiamo attraversare.

Da una persona che non possiamo cambiare.

Da un amore che non è come lo vogliamo.

Una persona cara un giorno mi disse che a volte i progetti della nostra vita si realizzano anche mettendo da parte qualcuno dei nostri sogni.

Qualcuno o qualcosa, aggiungerei.

Sta qui il confine.
E solo se guardiamo bene allo specchio, riusciamo ad individuarlo.

Con o senza quella macchia e con o senza quella smorfia.

Non sempre è facile, ma possiamo farlo.

Perchè la novità nasce sempre dall'errore: che sia della vita, di noi stessi, delle persone che ci circondano.

Un errore come una ferita, come una delusione, come uno sbaglio commesso.

Un errore da cui partire per varcare quel confine...con gli occhi di una persona nuova.