venerdì 16 aprile 2010

Pensierino della sera...baricchiano!

"Quando la gente ti dirà che hai sbagliato...e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene. Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita...non sono quelli gli errori...quella è la vita. E la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca. Io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro, le sue piccole tristi biglie infrangibili, e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo. Sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino...ci si vede dentro tanta roba...è una cosa che ti mette l'allegria. Non smetterla mai...e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo...meravigliosa vita."
Castelli di rabbia, Alessandro Baricco
Cosa rigiriamo ogni giorno nelle nostre tasche...biglie di vetro o di cristallo?

mercoledì 14 aprile 2010

Tic-toc/Toc-tic


Se sei in ritardo, sei in ritardo.

E lo sei sulla sveglia che hai spento nel buio della tua casa, sui puntuali movimenti che fai al mattino, sul latte che ti ribolle nello stomaco mentre scendi le scale del condiminio con più velocità, con la strada trafficata che si ritorce contro la tua mancata puntualità.

"Lo so, sono in ritardo."

Non puoi non dire questa frase a chi ti aspetta.

Ma nell' istante stesso in cui la pronunci, ripensi a tutte le tue trascorse puntualità.

Non delle tue giornate, ma della tua vita.

E ti ritrovi puntuale laddove eri in ritardo.

E ti rivedi in ritardo anche se eri puntuale.

"Se anticipi il mondo di cinque minuti, forse riuscirai a conoscerlo di più. E forse a viverci meglio".

Fonte forse poco attendibile. Me lo disse un amico tempo fa. Non attendibile perchè matto.

Nel senso artistico del termine.

Forse.

Ma proviamo a posticipare il mondo di cinque minuti.

Che ne verrà fuori?

E poi proviamo, con la stessa assurdità, a posticipare la nostra vita di cinque minuti.

Io l'ho fatto, ma non quando, in un mattino qualunque di un qualunque giorno della settimana, la sveglia ha suonato e io ho aspettato più del dovuto.

L'ho fatto quando ho preso una decisione importante.

Ho posticipato la mia vita di soli cinque minuti, vedendola con o senza le mie scelte.

Posticipandola, mi sono resa conto di dover scegliere e di doverlo fare ancora.

E ho capito, che la vita è una scelta.

Non solo dettata da qualcuno quando ancora avvolti in una pancia, non vediamo l'ora di venir fuori.

Ma soprattutto, da come guardiamo il mondo appena svegli al mattino: come la voglio la mia vita?

Proviamo a chiedercelo più spesso. Possibilmente, senza ritardi.