sabato 10 aprile 2010

Ricordi presenti


Un pianoforte attaccato al muro.


Tre amiche che si scambiano la vita riflettendo pensieri e parole in tazzine di tè caldo: tre gusti diversi ma con lo stesso sapore.


Come le loro esistenze intrecciate.


Una risata, una confidenza, uno scherzo, un rimprovero, un ricordo. E una promessa, anzi no...più di una.


Poi all'improvviso un ragazzo biondo, da lontano sembrava straniero.


Si avvicina e dolcemente chiede di poter suonare.


La musica del pianoforte ha in sè una magia che è un privilegio per chi l'ascolta e la vive.


Inizia a sfiorare quel bianco e nero con delicatezza e passione.
Non era un musicista qualunque.


Era, in quel giorno, un dono inaspettato.


Era insieme il passato ed il futuro.


La domanda e la risposta.


Il sempre e il mai.


Il fatto e l'idea.


Suonò e nessuna delle tre amiche parlò.


C'erano solo sguardi, nel cui immenso si ritrovarono speranze e dolori, bugie e verità da ricercare, istanti vissuti e persone incontrate.


Poi la musica finì e lui, guardando le tre amiche, arrossì. Come solo gli artisti veri sanno fare.


Perchè gli artisti sono come i bambini: puri e senza alcun velo davanti agli occhi.


Il sole era alto sopra Firenze, sembrava essersi legato al cielo.


E nella musica di un pianoforte, tra ricordi e speranze e ancora vita, tre amiche percorsero ognuna la propria strada di casa, rimanendo legate in un'amicizia che non sa morire.


Perchè troppo vera.


Come quelle mani lunghe e bianche sul pianoforte.


E come quel sole caldo e grande nel cielo di una Firenze che non dimenticherò mai, semmai un giorno dovessi lasciarla.


Grazie...a chi lo sa già.


mercoledì 7 aprile 2010

Pensierino della sera...

"Tu, ascolta, tu...lo sai di cosa hai bisogno?"
"Di cosa?" - Tamar non riuscì a trattenere un sorriso a quel ricordo e si coprì la testa con il plaid, perchè Shelly non vedesse.
"Hai bisogno di uno con una mano grande così" - aveva sentenziato Leah, "e sai perchè?"
"Perchè?" - ora sarebbe arrivata la spiegazione.
"Uno che se ne sta con la mano alzata, forte, ferma, come la statua della Libertà ma senza quel cono gelato. Solo con la mano aperta, in alto, e allora tu..." - Leah sollevò la sua mano squadrata, ruvida, con le unghie rosicchiate e la agitò, come fosse un uccellino in volo - "tu, da lontano, da qualsiasi punto della terra, vedrai quella mano e saprai che lì potrai posarti e riposare. E' vero o no?"
Qualcuno con cui correre (pag.271), David Grossman
Penso che tutti abbiamo bisogno di questo...è vero o no?

domenica 4 aprile 2010

Sta tutto qui...


Oggi è il giorno della vita che si rinnova.



Bella, come una donna che si spoglia dei vestiti smessi, si guarda allo specchio e indossa il suo abito migliore.



Tante volte l'abbiamo cercata.



In giorni stretti come vicoli di paese e in notti bianche.



In polverose solitudini e in frammentate compagnie.



In colpe, desideri, progetti, paure, pericoli, segreti.



In ogni domandare custodito nel cantuccio dell'anima.



Dal suono della sveglia al mattino all'ultimo sguardo al mondo alla sera, le nostre giornate lavorano il presente per rincorrere il futuro. Acchiappando al volo una speranza.



Per poi su questa, edificarci la vita.



Non basta risorgere un nuovo giorno.



E' in ogni prova della vita che abbiamo bisogno di farlo: nei cambiamenti, nelle delusioni, nei colpi bassi, nelle scelte, nelle promesse e negli assurdi doveri che a volte ci imponiamo.



Sono i quotidiani frammenti della nostra esistenza che hanno bisogno di risorgere.



E di ricostruire, dove qualcuno ha distrutto.



Ricostruire noi stessi dopo ogni vittoria o fallimento.



Ricostruire una vita dopo ogni scelta o cambiamento.



Oggi è il giorno di una vita che ha unito tutti i suoi pezzi in un mosaico perfetto, e lo ha fatto nel suo posto migliore, dove nessuno l'ha cercata e dove solo un angelo l'ha indirizzata.



"Non è qui" - quante volte cerchiamo noi stessi dove non possiamo trovarci?



"Non è qui".



Non è qui che dobbiamo cercare.



Non nelle illusioni, non nelle bugie, non nelle colpe, non nella vergogna, non nella rassegnazione, non nelle risposte facili.



"Non è qui", la via verso se stessi.



E allora...nel giorno in cui Qualcuno ha accarezzato le nostre domande rivestendole con il tessuto della Sua pelle per farci respirare il tempo delle risposte, auguro a me e a voi di non smettere mai di ricostruire noi stessi, ma di cercare nei sempre, nei perchè, nei mai e negli ancora, il bisogno e la voglia di appartenere a quel mosaico perfetto.



Solo così, un giorno, potremo raccontare a noi stessi e agli altri, una storia destinata a non morire.



Una storia che assomiglia ad una vita vissuta credendo nelle proprie capacità e inseguendo i propri sogni, costi quel che costi.


Così da poter dire, un giorno: "questa è la mia vita, è così come io la volevo" (Eleonora Abbagnato, prima ballerina dell'Opera di Parigi).


La felicità che vi auguro, sta tutta qui. Sempre.