mercoledì 6 gennaio 2010

Allegra consiglia...

“E’ un canone inverso la musica che può contenere la memoria del mondo?”
Con queste battute si apre una delle prime scene di un film capace di cambiare la percezione dello scorrere del tempo.
Un pianoforte e un violino al tempo del nazismo.
Dal romanzo di Paolo Maurensig, Ricky Tognazzi traspone sullo schermo la storia di Jeno, ragazzo cresciuto con la musica nel sangue, e di Sophie, pianista ebrea di successo.
E’ un canone inverso la ninna nanna che Jeno ascolta dalla voce di sua madre.
E’ un canone inverso quello che lui si ritrova a suonare per l’ultima volta.
Una composizione per due violini: uno che suona la musica in maniera classica e l’altro che la legge al contrario, dalla fine all'inizio.
Una sinfonia inversa, scritta da un padre per i suoi due figli, della quale solo uno non ne conosce l’esistenza, pur ricordandola.
Sinfonia inversa.
Così come inversa appare questa storia sin dalla prima scena: un uomo si aggiudica un violino all’asta, mentre un giovane suona al violino una melodia per una ragazza seduta al tavolino di un bar.

Una melodia inversa.
Lo stesso canone inverso da cui si ricapitola tutta la storia.
Sophie, Jeno e la musica.
Lui voleva suonare con lei, e ci riesce.
Lei voleva scappare, ma non ce la fa.
Un petalo di una rosa rossa sui tasti di un pianoforte prima di un concerto è il segno di un amore che si ostina a vincere sulla cattiveria degli uomini, sull’improbabile diversità di una razza, sullo sterminio ingiustificato di uomini perduti dietro falsi ideali.
Lo stesso amore che si trasfigura nelle note di un violino e che sembra sfidare il filo spinato di un campo di concentramento.
L’amore di un uomo e di una donna, l’amore di un padre ritrovato, l’amore insuperabile di un fratello.
L’amore della e per la musica.
Sono tanti i film che regnano nelle sale cinematografiche, sono pochi quelli che rimangono dentro.
Ma rari, sono quelli da cui scopri un nuovo dettaglio ogni volta che li riguardi.
Un dettaglio che ti racconta la vita, quella che sa di verità.
Perché, come diceva Flaubert “Dio è nei dettagli”.
E "Canone inverso", è uno di questi.

lunedì 4 gennaio 2010

Vi avevo detto "ciao..."

Le notti insonni assomigliano a lunghi viaggi in cui con la testa appoggiata ad un cuscino e gli occhi aperti, fai la spia ad un mondo mezzo addormentato.
Non ci sono finestrini, né colline, non ci sono alberi né montagne innevate.
Non c’è neanche il rumore delle rotaie di un treno.
Anzi, non c’è alcun rumore se non quello del tuo respiro.
Ma non dormi, perché sei tu che fai troppo rumore dentro di te.
E allora accendi la luce, anche se sai che non ti serve a niente, ti alzi, anche se non sai dove andare e poi ti siedi alla scrivania.
Scrivi, perché non sai fare altro per rimettere a posto i pensieri. Sai che funziona, non fai altro che ripeterlo agli altri.
Così ci riprovi anche tu, per l’ennesima volta.
Scrivi, e poi strappi il foglio, perché forse hai bisogno di sentire altro rumore.
Sono le 3:28.
Dovresti dormire.
E invece ti ritrovi a pensare alle persone più importanti della tua vita, immaginandole sognare nei loro letti.
Ti ritrovi a immaginare i volti dei ragazzi che fra un po’ avrai davanti agli occhi.
Ti ritrovi ad avere davanti agli occhi i mesi che ti aspettano, dove dovrai dimostrare quello che sei e quello che hai imparato in cinque anni.
Le novità fanno sempre paura, ma è come se avessero dentro una nuova vita che nasce.
Una larva sta per evolvere nella sua crisalide, perché ogni uomo non nasce solo da donna, ma abbraccia una nuova luce nelle infinite prove della vita.
E allora buon anno a tutti…la vostra Allegra è tornata.
Quella di sempre, con una nuova luce in più.

P.S.: ve l'avevo detto che non era un addio!