mercoledì 14 ottobre 2009

Vietato l'accesso!


Durante un incontro del mio seminario di scrittura espressiva, ho chiesto ai ragazzi di strappare un foglio dal loro quaderno(sì ho sottolineato proprio “strappare” tanto da lasciare il segno) , di scrivere su quel foglio il passo di un libro, il verso di una poesia, il pezzo di un testo di una canzone in grado di descrivere al meglio loro stessi e poi di riporre il foglio piegato in una scatola.
Poi io pescavo ad uno ad uno un foglio e lo leggevo al gruppo, dal quale ogni volta nasceva una discussione sul senso e sul significato di ogni passo o verso.
Alcune parole mi sono rimaste particolarmente impresse, tanto che, tornata a casa, le ho riscritte e rilette.
Oggi le conosco senza bisogno di leggerle, come le parole di una poesia imparata da piccola.
Chissà da quanto tempo il cuore di tante persone ne ha memoria.
Memoria di vita vissuta. Non di letture ripetute.
Un ragazzo o una ragazza scrisse:

Ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose, l’ho nascosto dentro una scorza dura. Fuori ho messo un cartello con scritto: vietato l’ingresso ai cattivi”.
Giovanni Allevi

Quel foglio strappato divenne metafora di un’anima strappata.
Dopo la lettura nessuno parlò. Aspettai, ma poi quel silenzio impose il coraggio, da parte mia, di guardarli negli occhi e di domandare e domandarmi, cosa possa spingere a coltivare un giardino di rose, a nasconderlo dentro ad una scorza dura e a vietare l’ingresso ai cattivi.
La paura.
La non voglia di soffrire.
La certezza incerta di vivere coccolati dalla “scorza dura”.
Capita a tutti, credo, di nascondersi.
Capita a tutti, credo, di avere paura.
Capita a tutti, credo, di vietare l’ingresso ai cattivi.
Chi sono i cattivi?
Non sono forse coloro di cui abbiamo paura?
Non sono forse coloro che assomigliano a chi ci ha fatto male?
Non sono forse coloro che hanno a loro volta paura e che con la loro paura ci fanno male?
Uno strappo rimane.
Perché abbiamo bisogno di ricordare per poter elaborare e poi magari dimenticare.
La scatola è piena di versi, di passi di libri e di pezzi di canzoni.
In ogni strappo c’è una vita che si riconosce, uno sguardo che si perde, un sorriso che non si dimentica.
Un’anima che non si arrende, anche se nasconde le sue rose in una scorza dura.
Ma quella rosa c’è…ed è stata anche coltivata.
E forse un giorno, quello spirito riuscirà a sentirne l’odore.
Un profumo così buono, che saprà diffondersi anche oltre il cartello “vietato l’accesso”.

Perché vietiamo l’accesso?
Di cosa avremmo bisogno per non farlo?