mercoledì 7 ottobre 2009

Una lettera speciale...


"Quando ti sei svegliato questa mattina ti ho osservato ed ho sperato che tu mi rivolgessi la parola, però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare.
Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi in casa per vestirti e sistemarti, sapevo che avresti avuto del tempo anche solo per fermarti un momento e dirmi “Ciao!”, però eri troppo occupato.
Per questo ho acceso il cielo per te, l’ho riempito di colori e di canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi,però nemmeno di questo ti sei reso conto.
Ti ho osservato mentre ti accingevi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno, ma tu eri troppo occupato per dirmi qualcosa.
AI tuo rientro ho visto la stanchezza sul tuo volto ed ho pensato di rinfrescarti un poco facendo cadere una lieve pioggia, perchè questa la portasse via; il mio era un dono, ma tu ti sei infuriato ed hai offeso il mio nome.Desideravo tanto che tu mi parlassi...c’era ancora tanto tempo, ho pensato.
Dopo hai acceso il televisore, ti ho aspettato pazientemente, mentre guardavi la TV, hai cenato e ti sei immerso nel tuo mondo, ti sei dimenticato nuovamente di parlare con me.
Ho notato che eri stanco ed ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho fatto scendere il sole e al suo posto ho disteso una coperta di stelle ed al centro di questo ho acceso una candela: era uno spettacolo bellissimo, ma tu non ti sei accorto di nulla.
AI momento di dormire, dopo aver augurato la buona notte alla tua famiglia, ti sei coricato e quasi immediatamente ti sei addormentato.
Nemmeno ti sei accorto che io sono sempre con te.
Bene, ti sei svegliato ed ancora una volta io sono qui che aspetto, senza nient’altro che il mio amore per te, sperando che oggi tu possa dedicarmi un po’ del tuo tempo.
Buona giornata..."

Ricordiamocene ogni tanto...

lunedì 5 ottobre 2009

Tu amale se vuoi...le emozioni


Oggi mentre facevo le pulizie di casa mi è capitato di ascoltare una canzone alla radio.
Non la sentivo da parecchio tempo…ma è bastato percepire le prime note per fermarmi.

“Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi…ritrovarsi a volare.”

Chissà quante volte ci è capitato di seguire con gli occhi un airone o un gabbiano o una rondine o una nuvola…e provare un’emozione.

“Scoprire dove il sole va a dormire.”

Per poi magari rendersi conto di aver rubato quel sole per conservarlo.
E poi tirarlo fuori e giocarci a nascondino, come se fosse un bambino.
E accettare in silenzio la sua compagnia. E sorridere.
E provare un’emozione.

“Non fa rumore.”

Immaginate di trovarvi di fronte ad un’enorme libreria, una di quelle con tanti scaffali, e di avere accanto a voi uno scatolone pieno zeppo di libri.
Per ognuno di loro dovete trovare un posto nella libreria.
Cominciate a riporli, uno ad uno.
La libreria è grande, ma non vi accorgete che non tutti i libri, una volta rimessi a posto, sono visibili.
Alcuni sono capitati dietro.
Alcuni non si vedono.
Di alcuni non ricorderete il titolo né l’autore.
Di alcuni non ricorderete neanche l’esistenza.

“Come la neve non fa rumore”.

Le emozioni che non fanno rumore sono quelle che nascondi nelle pieghe più offuscate dell’anima.
Quelle che riponi dietro alle altre, quelle di cui non ricordi l’origine né il tocco che le ha provocate.
E non sai neanche il perché.
E pensi di averle dimenticate, ma…come quei libri in fondo allo scaffale, sono lì.
Basta solo rispolverarle.

“E ricoprir di terra una piantina verde sperando possa nascere un giorno una rosa rossa.”

Rispolverare le emozioni, riviverle ed inventarle.
Complicarle, semplificarle, colorarle, spezzarle e legarle, nominarle, scriverle e disegnarle.
Respirarle e soffocarle.
Ascoltarle e accarezzarle.
Donare loro un volto, uno sguardo, un tocco.
Un respiro.
Una vita.



“Tu chiamale se vuoi…emozioni”.

In un video rivisto poco tempo fa, Roberto Benigni, nel decantare la Divina Commedia, non faceva altro che ripetere “ abbiamo bisogno di essere educati alle emozioni”.
Ce lo siamo mai chiesti?
Ci siamo mai chiesti il perché, spesso, facciamo fatica a tirarle fuori?
Ci siamo mai chiesti il perché, spesso, crediamo di averle dimenticate per sempre?
Ci siamo mai chiesti il perché, spesso, le nascondiamo e fermamente assicuriamo a noi stessi e a chi ci sta di fronte un presente tranquillo?
Ci siamo mai chiesti il perché, spesso, non cerchiamo le emozioni?
Forse aveva ragione Benigni…abbiamo bisogno di essere educati alle emozioni.
Abbiamo bisogno di saperle distinguere, di saperle ricordare, di non saperle distruggere. Di saperle riporre al posto giusto.
Di saperle rispolverare.
Di saperle donare.
Di sapere di averne bisogno.

E di saperle amare.

Senza averne paura.

“Tu chiamale se vuoi…emozioni”.

Già…almeno proviamoci.