sabato 5 settembre 2009

Quale sarà il tuo posto?



Non c’è un momento preciso in cui ti rendi conto di dover cambiare.
Spesso vivi frammenti di vita che ti offrono l’opportunità di guardare al mondo per scoprire quale sarà il tuo posto.
E guardando al mondo, ti ritrovi a spogliare contemporaneamente te stessa.
Capita così quando si fa un trasloco.
Sembra banale, ma non lo è.
Scatole su scatole, valigie su valigie, pacchi su pacchi.
Ricordi su ricordi.
Ogni oggetto rimanda ad un momento.
Ogni jeans ad una lezione all’università.
Ogni maglia ad un esame superato.
Ogni abito ad una serata indimenticabile.
Ogni pigiama ad una nottata passata a chiacchierare con un’amica.
Tutto finisce dentro una scatola, ed è così che quel cartone profuma di ricordi.
Un trasloco impone sempre una riflessione: sul tuo passato, sul tuo presente e sul futuro che stai cercando di costruire.
Se quelle scatole, ieri, profumavano di ricordi, oggi ne riscopri un nuovo odore.
Che sa di promessa.
Ti mancherà quel posto, inutile scuotere la testa.
Ti mancheranno quei volti, quelle voci, quei sorrisi e quegli sguardi a volte accigliati.
Ti mancheranno persino i rumori cha avevi imparato a prevedere.
Ti mancheranno le chiacchiere, le risate e il rumore di una chiave che gira nella toppa.
Ti mancheranno tutti quei cinque anni.
Il trasloco è terminato.
“Questa la butto via?” – una voce risuona fuori dalla porta.
E’ rimasta l’ultima scatola.
Vuota, ma piena di ricordi e di promesse.
Come il tuo cuore.
“No…quella la conservo”.
E sorridi, anche se nessuno sa il perché.
Potrebbe essere ingombrante, potrebbe darti fastidio, potrebbe non servirti.
Ma decidi di conservarla.
Chiudi la porta e respiri a fondo.

“ Quale sarà il mio posto?
Lo so, non mi farai fare brutta figura,
non mi farai sentire creatura che non serve a niente,
perché Tu sei fatto così:
quando ti serve una pietra per la tua costruzione,
prendi il primo ciottolo che incontri,
lo guardi con infinita tenerezza,
e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno.
Cosa farai di questo ciottolo che sono io?
Se mi metti sotto un pavimento
che nessuno vede ma che sostiene lo splendore di uno zaffiro,
o in cima ad una cupola
che tutti vedono e ne restano abbagliati,
ha poca importanza.
Importante è trovarmi ogni giorno là
dove Tu mi metti,
senza ritardi.”
Car.A.Ballestrero

La scatola è al buio di un armadio.
Ma il tuo cuore è colmo di ricordi, di ringraziamenti e di promesse.
Non importa che tu sia lontana, non importa che si perda la quotidianità, non importa che dovrai ricominciare.
Questa è la vita che hai scelto.
E sai quale sarà il tuo posto: nella promessa di quella che sei.
Grazie a Qualcuno che sta scrivendo insieme a te le pagine della tua vita e grazie a chi ti ha dato la possibilità di essere quella che sei.
E’ stato un anno pieno di distacchi, fisici e psicologici, distacchi che ti hanno dato, ancora una volta, la possibilità di fermarti e poi di reagire.
Il tuo amico Igor della finestra di fronte, dice che il nuovo anno non inizia a gennaio, ma a settembre.
Sei d’accordo con lui.
E sei d’accordo anche con chi crede che la storia della vita non si scrive mai da soli.
Oggi lo sai più di ieri.
Perché l’odore di quella scatola è sempre con te, per ricordarti che se sei quella che sei, è anche grazie a tutte quelle persone che conservi sempre nel cuore e che per te sono un segno dell'amore di Dio.
Ed è quello il tuo posto migliore.
Un posto che non si vede e che non ha bisogno nè di mobili nè di scatole.
Ma solo di te e di loro.
Buon inizio anno…

domenica 30 agosto 2009

C'è una risposta alla paura?


Il post del 24 agosto ha suscitato molti commenti interessanti, che a loro volta hanno provocato domande interessanti.


E' bello quando non ci si accontenta delle risposte, quando si vuole scavare in profondità e non accontentarsi della superficie.


In particolare, nell'ultima parte dei commenti, c'è stato un dialogo tra un Anonimo e Allegra che è rimasto senza risposta.


Anonimo: Come si può fare quando si ha paura?

Allegra: Cercare di non vedere l'altro sempre come un nemico...e rischiare.La paura non è mai più grande di noi...

Anonimo: E come si cerca di non vedere l'altro come un nemico?Come si fa capire che la paura non è più grande di noi?

Allegra: A questa domanda nessuno può rispondere se non ognuno nella situazione in cui vive.Non c'è un "saper fare" universale...c'è solo la volontà, in quel momento, di voler legarsi a qualcuno.Costi quel che costi.Sta a noi.


Anonimo: Non mi basta come risposta...


Allegra in questi giorni è parecchio indaffarata, nel suo cervello e nella sua vita...le date una mano a rispondere all'anonimo lettore?