sabato 11 luglio 2009

Un'andata è già un ritorno...



Ho cominciato ad odiare gli addii all'età di sedici anni, quando ho smesso di ballare.
E' stato come tagliare un secondo cordone ombelicale.
Mai più correre per non arrivare tardi alle lezioni, mai più toccare quella sbarra per afferrare sogni, mai più arrabbiarsi con la stanchezza sentendo urlare un "di nuovo" dall'insegnante.
Un taglio netto.
Il sipario si chiude.
E si apre un diario.
Pagine vuote, come la scena di un palcoscenico che più non mi appartiene.
La punta di una penna, come quella di una scarpetta chiusa in un baule.


Oggi, la mia mano dona forma ad un nuovo addio.
Ad un posto che per cinque anni mi ha accolto e protetto nella sua grandezza.
Che ho amato ed odiato nella sua quotidianità.
Che mi ha formato e fatto crescere più di quanto io credessi possibile.

"Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni"
Paulo Coelho


Io l'ho sperimentato...e so che non mi basteranno tutti gli anni che Qualcuno sta scrivendo insieme a me, per raccontare "quanto si cresce" lontani da casa, giorno dopo giorno, sacrifici dopo sacrifici, pensieri dopo pensieri, respiri affannosi dopo respiri affannosi.
Da un bottone che cade al cucinarsi un piatto caldo, dal pulire la stanza allo sbrigare le pratiche necessarie, dal saper prendere le piccole grandi decisioni all'infilare la chiave nella toppa e a respirare una stanza vuota.

Cresci e neanche te ne accorgi.
Diventi donna e ancora per strada alcuni ti scambiano per una bambina.


Se è vero che "lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni", posso dire di aver respirato questo "straordinario" negli occhi e nei cuori di chi ho avuto accanto per questi cinque significativi anni, e che porterò per sempre nle cuore.
Se otto anni fa ho imparato ad odiare gli addii, oggi mi scopro ad amarli, trasformandoli in un arrivederci.
Si apre per me un nuovo scenario, lontana da casa e lontana dal posto in cui ho vissuto in questi cinque anni.
Lontana, ma vicina nei ricordi e nel mio "arrivederci".
Questo post è dedicato alle amiche che in questi anni hanno vissuto insieme a me "gomito a gomito", che come me hanno girato la chiave nella toppa a volte stanche e a volte affannate, a volte felici e a volte con una lacrima da asciugare, a volte soddisfatte ed altre con una smorfia sul viso.
A volte in solitudine e a volte con la voglia di bussare alla porta accanto prima di infilare la propria chiave.
Ed in più, a tutte le persone che con un sorriso ed una parola gentile, hanno reso migliori le mie giornate.

Grazie, dello "straordinario" che avete regalato alla mia vita.